Testo critico di Roberta Garufi, storica dell’arte e curatrice

A una prima osservazione le tele di Ruggero Navarra rimandano a opere astratte: densa di matericita', composta da vari tipi di media, forma superfici dove la gestualità di chi le compone e' protagonista. L'artista rivolge la sua ricerca a un rapporto diretto con la superficie dipinta, riconoscendo valore espressivo all'istintiva trascrizione del gesto sulla tela. Soffermandosi più attentamente sui suoi lavori, si scorgono figure umane stilizzate intente a compiere azioni. Al contempo figurative e astratte le opere di Ruggero Navarra da una parte rappresentano l'intenzione di raccontare una storia attraverso schemi strutturali significanti, dall'altra esprimono la necessità dell'artista di scaricare la tensione che è dentro di lui.

Testo critico di Manuela Comoglio, docente di Storia dell’Arte presso l’università di Bologna

Le opere di Ruggero Navarra sembrano nascere da un bisogno. L’esigenza profonda di tornare alla concretezza del reale. Alla brutalità semplice della materia.

L’atto creativo diviene un distacco dalla normatività del pensiero razionale. Quel pensiero che regola e ordina il mondo in categorie e principi. Una veste rigida che, con esercizio costante e faticoso, ogni uomo deve poi declinare, adattare e modellare sul corpo delle vicissitudini della vita.

Attraverso la tela e il colore, l’arte di Navarra gioca ironicamente solleticando la parte più antica di noi. L’odore e il tatto tramite i materiali. Il gesto evocato dall’effetto dinamico delle tracce. E attraverso lo spazio sottile e profondo delle sue superfici pittoriche, compie un viaggio che lo riporta alla dimensione astratta dell’umano.

Le figure stilizzate, che si insinuano nella crosta di pittura compatta, sono concetti. Stereotipi. Immagini convenzionali emerse dalla segnaletica di un non-luogo. Sintesi pop che racchiudono la fretta con cui la contemporaneità identifica e comunica l’uomo. Uomo che in queste opere, come nell’esistenza reale, semplicemente continua a muoversi in un caos di colore.

 

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Testo critico di Grazia Previati, storica dell’arte e curatrice

Non complicato, sincero e schietto: così si potrebbe definire il lavoro di Ruggero Navarra, che per passione per l’arte contemporanea e le sue straordinarie peculiarità, ha iniziato un percorso che dal puro diletto è diventato un vero e proprio itinerario alla scoperta di nuovi linguaggi e di fresche suggestioni. L’implicita componente personale e affettiva, e l’indiscussa originalità, rendono le composizioni personalizzate e chiaramente individuabili. Il gioco e l’espressività che Navarra delega ai suoi omini in piedi, inginocchiati, volanti che appaiono da ogni parte dei suoi lavori tra una moltitudine di colori e di materiali di ogni tipo, ricordano quel personaggio anni ’80 che ha fatto divertire generazioni di bambini, nascondendosi dietro a strani personaggi in un mondo surreale e caotico.

Solo o con una omina, caratterizzata da un vestitino stilizzato e appena accennato, il personaggio vive, ama, lavora, si arrampica e vola rendendo la fruizione delle opere una proiezione fumettistica della routine e dei sentimenti di ogni spettatore, di ogni età e di ogni livello culturale. La simpatia e il sorriso che suscitano i lavori in mostra sono parte integrante e non visibile, ma assordante di opere dal carattere giovane, ma degne di grande interesse.